
Prodotto, registrato e mixato da Tommaso Colliva ai Fish Factory Studios e ai Toomi Labs di Londra e da Daniel Plentz e Ramiro Levy a Casa Selton, masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà, “Manifesto tropicale” è il nuovo lavoro dei Selton. Dieci pezzi la cui versione italiana è stata supervisionata da Dente, che riportano la band di origine brasiliana sulle scene ad un solo anno di distanza dal precedente “Loreto paradiso”. Non c’è niente di superfluo, nei risvolti di Manifesto tropicale: in ogni traccia che compone il cd il lavoro su suoni e strumenti si è preso tutto il tempo che serviva, nel caso di certi pezzi anche anni, per arrivare all’essenziale, al nucleo espressivo. Un’essenza che non rinuncia mai alla contaminazione, come nel ponte fra ritmi etno, elettronica e pop.
Il manifesto tropicale dei Selton si fonda sulla contaminazione definitiva tra ritmi etno, elettronica e pop che vanno ad installarsi sugli ormai consueti paesaggi Brasiliani che a colpi di bossa nova hanno fatto fin qui la fortuna della band. Ed era ora che i Selton trovassero la loro dimensione, per così dire, definitiva, andando a fissare quindi un canone che fin qui è sempre stato la loro cifra stilistica.